Reduce da un viaggio in Algarve, l’unico souvenir che sono riuscita a scovare è questo libriccino illustrato su alcuni dei poeti più importanti della letteratura portoghese. Cinque poeti che hanno intrecciato la loro vita a quella della città di Lisbona (che visitai tempo fa). Il percorso poetico che compiamo parte da Luís de Camões, autore del ‘500, che ispirato dai nuovi viaggi intrapresi verso le Indie dai grandi navigatori portoghesi come Vasco da Gama, scrisse I Lusiadi, poema epico in ottave che esalta il popolo portoghese; si prosegue poi con Cesário Verde, autore nostalgico e malinconico affetto da tubercolosi che verrà strappato alla vita troppo presto. Con lui ci addentriamo nella Lisbona dell’’800 e la sondiamo con gli occhi di un poeta-flâneur che si abbandona a passeggiate solitarie per le vie della capitale lusitana. Arriviamo poi all’eccentrico Mário de Sá-Carneiro, la “esfinge gorda” (sfinge grassa), come lui stesso si definisce, un poeta maledetto a tutti gli effetti che una volta arrivato a Parigi si dedica alla vita dei caffè piuttosto che allo studio, un uomo tormentato che metterà fine alla sua vita con la stricnina. Un unico posto è occupato da una poetessa: Flor Bela de Alma da Conceição, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Florbela Espanca. L’autrice ci narra i suoi dolori amorosi e le sue passioni tormentate, una giovane donna diversa dalle altre, una vera “Princesa Encantada da Quimera” (Principessa Incantata della Chimera). E infine lui, il celeberrimo Fernando Pessoa; anche se forse bisognerebbe presentarlo dicendo “e infine loro”, infatti Pessoa scrive attraverso la penna di diversi personaggi da lui creati, i suoi eteronimi, dei personaggi-poeti, ognuno con la sua personalità, i quali danno vita a opere letterarie ben precise.
Non mi dilungo ulteriormente a spiegare chi ha scritto cosa, ora sta a voi, piccoli o grandi lettori incuriositi dalla poesia portoghese, ad addentrarvi nella lettura. Ogni poesia in italiano (le traduzioni sono di Paola D’Agostino e Andrea Ragusa) è rigorosamente e giustamente affiancata alla versione originale in lingua, inoltre le pagine di presentazione dei poeti, che introducono le loro opere, sono accompagnate dai ritratti creativi di ognuno di loro, realizzati dell’illustratore André Carrilho. La prefazione invece è di Vincenzo Russo, professore dell’Università degli Studi di Milano. Consiglio la lettura a chi vuole avere un assaggio di quella che è ed è stata la poesia lusitana, questo libro può essere uno spunto interessante per poi approfondire successivamente gli autori che più si sono graditi. Se state per fare le valigie e la vostra destinazione è proprio Lisbona, lasciatevi trasportare dal canto nostalgico e carico di saudade di queste pagine che vi faranno assaporare le vie della magica capitale con più gusto.
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Qui di seguito riporto una delle più celebri poesie di Pessoa, L’Infante, dalla raccolta intitolata Messaggio, l’opera scritta da Pessoa stesso, non da eteronimi. Fate attenzione perché nel libro gli eteronimi sono riportati, ma in alto a sinistra, sopra la poesia in lingua originale; purtroppo mi sono accorta dopo della loro presenza e questo è un peccato perché pregiudica l’interpretazione che si può dare alla poesia.
La foto che ho scattato ritrae la statua di Enrico il Navigatore (Henrique o Navegador, 1394-1460), ci sono incappata a Sagres, piccola cittadina situata nella propaggine più a ovest dell’Algarve, dove un tempo Enrico diede vita alla Vila do Infante in cui ospitò personalità illustri: matematici, cartografi, navigatori, geografi ed esploratori, per raccogliere quante più informazioni possibili sull’Oceano e sulle terre affacciate su di esso. Lui fu chiaramente il precursore delle future scoperte geografiche portoghesi, quelle che porteranno a creare un impero destinato a disfarsi, proprio come recita Pessoa.
Voi cosa ne pensate? Siete attratti da questi poeti? Avete già letto qualcosa di loro? Il Portogallo è un Paese che visitereste? Magari avete già surfato tra le acque fredde di Sagres … bhe, aspetto vostre impressioni, fatemi sapere. Adeus!