La forma dell’acqua è il romanzo d’esordio della serie (ben 29 volumi) del commissario Montalbano, editato dalla Sellerio nel 1994. L’autore, come ben noto, è il siciliano Andrea Camilleri, che ha saputo dar vita a un personaggio di cui non ci si può non innamorare e che, in questo primo romanzo della serie, impariamo a conoscere come nuovo compagno di letture. Ogni estate dedico almeno uno spazio a Montalbano, cerco sempre di ritagliarmi un momento per un giallo che lo vede protagonista, l’estate è la stagione perfetta per crogiolarsi in questi libri dal sapore mediterraneo e caldo, ambientati in Sicilia. Ho cominciato da qualche anno a leggere Camilleri partendo dalla Vampa d’Agosto, il decimo della serie, acquistato in un mercatino dell’usato, come del resto tutti i successivi. Da qui il rito estivo non l’ho interrotto e così è stata la volta de La luna di carta, della raccolta di racconti La paura di Montalbano, finché non sono approdata a La forma dell’acqua. Potete ben capire che questi gialli mi piacciono parecchio e mi ritrovo a recensire il primo della serie per darvi uno spunto di lettura che possa entusiasmarvi. Sono un po’ innamorata del commissario, lo ammetto, per quanto mi riguarda si potrebbe parlare solo di lui nel recensire questo libro in cui scopriamo la sua figura per la prima volta: è un investigatore che ama il suo lavoro, arguto, che riesce a comprendere le motivazioni e la psiche delle persone, inoltre è un uomo generoso e umano, anche acculturato (è appassionato d’arte e letteratura), buongustaio (ama soprattutto la cucina della sua terra, la Sicilia), vive da solo in una villetta sul mare, ma ha una fidanzata ligure, Livia, che va a trovare a Boccadasse quando riesce a svincolarsi dagli impegni lavorativi che lo occupano così tanto. Che dire del suo aspetto fisico? Ne La forma dell’acqua Camilleri svela solo un neo sotto l’occhio sinistro, magari qualche dettaglio, sparso qua e là, emergerà nei romanzi successivi, ma lasciare all’immaginazione a volte non è un male e personalmente un’idea del commissario me la sono già fatta. Sicuramente a dargli una forma fisica ci è riuscito l’attore Luca Zingaretti, che ha interpretato il commissario nella serie televisiva omonima nata nel 1999 e che ha avuto un notevole successo arrivando a ben 15 stagioni, ma io non ho avuto ancora il coraggio di vederla per paura di rimanere delusa, attualmente rimango fedele ai libri, non vorrei imbattermi in rappresentazioni non aderenti ai romanzi. Ma se si vuole parlare del protagonista non ci si può fermare alla sua descrizione, bisogna anche citare i riti che compie abitualmente perché, oltre a definire il personaggio, danno un sapore a queste letture che è come quello dei deliziosi manicaretti che Montalbano si gusta nelle giornate di calura siciliana, mentre tenta di scoprire nuovi indizi per i suoi casi. E allora non si possono omettere: la doccia fresca e rigenerante prima di uscire di casa, il caffè quando c’è un ospite, la passeggiata dopo mangiato con l’immancabile sigaretta, gli spostamenti in macchina a trenta all’ora (sì, il commissario non ama sfrecciare), il bagno meditativo in mare da cui accede dalla sua villetta. Una vita, quella di Montalbano, che è rimasta lenta, fatta di momenti semplici, di puro godimento che vive anche il lettore mentre gusta le pagine. Le trame dei romanzi di Camilleri sono ambientate nell’atmosfera mediterranea di una Sicilia assolata e calda, precisamente nei dintorni dell’immaginario paesino di Vigàta, dove si consumano delitti, si protrae la corruzione e opera la mafia. Ne La forma dell’acqua Camilleri ambienta il giallo nel contesto storico che stava vivendo mentre scriveva, ovvero quello politico di Tangentopoli degli anni Novanta, le vicende si svolgono nel 1993 e non mancano frecciattine alla situazione politica e ai personaggi di potere del Bel Paese e della Sicilia in particolare. La trama del libro coinvolge proprio esponenti politici invischiati in trame di potere e corruzione, uno di questi viene ritrovato morto in auto in una zona malfamata, frequentata da tossici e prostitute, e da qui hanno inizio le indagini. Il libro (di 156 pagine) si legge d’un fiato e consiglio proprio questo, che è il primo della serie, a chi è interessato a scoprire Montalbano e non ha mai letto un suo romanzo, per due motivi. Il primo è molto banale: è una serie e ha sicuramente più senso leggerla sulla base della sua cronologia editoriale, anche se potete tranquillamente iniziare da uno qualsiasi dei libri, come ho fatto io, capendo serenamente tutti i fatti. Il secondo motivo riguarda la lingua. Camilleri scrive inserendo il siciliano, cosa che può risultare ostica per chi non lo parla. Ho notato che nel primo libro della serie, il siciliano è molto più attenuato, mi è parso che Camilleri abbia compiuto un’evoluzione nella scrittura. Paragonando il primo libro al nono e al decimo c’è una differenza evidente, il siciliano è molto meno presente ne La forma dell’acqua, lo si nota anche dal fatto che parole abituali siciliane della narrazione di Camilleri, in questo primo libro, sono scritte in italiano: il sempre citato “macari” è infatti magari, la “màchina” è macchina e il “revorbaro” è il revolver. Dunque iniziare da La forma dell’acqua vi permette di entrare gradualmente in una parlata e in un tipo di scrittura che non è quella più usuale. Ovviamente se chi legge è siciliano può cogliere la riflessione da un punto di vista letterario e scorgere l’abilità di Camilleri nel maneggiare la lingua, perché l’evoluzione stilistica e la miscela dei due idiomi è da maestro: riesce a veicolare il siciliano usando l’italiano e viceversa, narrando una storia che può essere compresa dalla maggior parte dei lettori, soluzione non così facile da ottenere, se non da chi possiede una certa abilità narrativa. Comunque non disperate se incapperete in qualche parola sicula incomprensibile perché potrete consultare CamillerINDEX o Il Camilleri-linguaggio, due siti che fungono da glossari, il secondo ideato dai fan dell’autore, che contengono i “termini camilleriani” per chiarimenti immediati.
Spero di avervi trasmesso un po’ di curiosità e di aver stimolato la vostra voglia di lettura, ora, come sempre, sta a voi scegliere se avventurarvi con il commissario, oppure no.