Una lettura consigliatissima che esce dal canonico e che vede un debutto riconosciuto anche dal Premio Campiello. I miei stupidi intenti, libro d’esordio del giovanissimo scrittore Bernardo Zannoni (classe 1995), è un romanzo di formazione in chiave favolistica, infatti il protagonista è una faina e tutti gli ambigui personaggi che gli ruotano attorno appartengono al mondo animale. L’allegoria è evidente: l’evoluzione umana; l’uomo che dallo stato brado evolve, conosce Dio, la morte, la scrittura e la lettura. Ma il dissidio rimane, essere o non essere animale? La storia ci catapulta in una riflessione universale, ma il lettore segue la crescita, il cambiamento, i dolori e le misere gioie di un animale selvatico che cerca di sopravvivere a un mondo spregevole. I miei stupidi intenti è la riflessione autobiografica di una faina che dopo aver subito il fascino del suo persecutore, in una dipendenza psicologica da sindrome di Stoccolma, sarà vittima della propria bestialità, che il suo aguzzino non ha saputo estinguere.