Le Déluge, diretto da Gianluca Jodice, è un film che racconta gli ultimi giorni di Maria Antonietta e Luigi XVI durante la Rivoluzione Francese. Uscito nel novembre 2024, il film si distingue per la sua narrazione intensa, con protagonisti Mélanie Laurent e Guillaume Canet, rispettivamente nei panni di Maria Antonietta e Luigi XVI. Siamo nel 1792 e i reali vengono portati nella Tour du Temple, dove rimarranno con i proprio figli e la sorella del re, nonchè Cléry, suo valletto. Questo personaggio storico riportò nei propri diari, divenuti fonte storica importantissima, gli ultimi giorni della famiglia reale. Il film racconta il momento finale dei consorti, il più drammatico, quello successivo ai grandi divertimenti di Versailles, già splendidamente rappresentati nel film Marie Antoniette di Sofia Coppola. Inoltre come ne Il cattivo poeta, in cui Jodice mette in scena l’ultimo perido della vita di D’annunzio, anche in questa sua pellicola si concentra sul momento finale e quindi più intimo della vita di questi importanti personaggi storici, facendoci intendere il suo spirito elegiaco.

La storia si concentra sulla fragilità del potere e sulla vulnerabilità dei regnanti, che si trovano a fronteggiare il crollo di un sistema che sembrava immutabile. Jodice utilizza questo contesto per riflettere su temi di sovranità e potere, ponendo domande provocatorie su chi detiene realmente il potere: i monarchi o il popolo? Dio o la ragione?

Il film è emotivamente denso, amplificato da un ritmo lento che mette a fuoco i due protagonisti, Luigi e Maria Antonietta, in base a come li abbiamo conosciuti dalle fonti storiche. Luigi è rappresentato come un uomo inetto e poco risoluto, in balia degli eventi; mentre Antonietta fa emergere un carattere forte, capace di mettere da parte la frivolezza delle feste a Versailles per proteggere i suoi figli. Una scena controversa è quella in cui Maria Antonietta si prostituisce con il capitano delle guardie della Torre, un episodio non avvenuto storicamente, ma inserito dal regista per sottolineare la determinazione della regina a migliorare le condizioni di reclusione sue e dei suoi figli. L’uomo è attratto dalla regina e le fa capire esplicitamente il suo desiderio, che viene sfruttato da Antonietta, una donna che ha vissuto le dinamiche oppurtunistiche della corte di Versaille. Il capitano capirà di essersi corrotto con ciò che Antonietta rappresenta, capisce di aver ceduto alle lusigne del potere assolutistico contro cui stava combattendo, condannandosi a traditore dei propri ideali.

Inizialmente i due personaggi sono percepiti come dei reali a tutti gli effetti, ma man mano che la narrazione avanza, iniziamo a vederli come persone comuni, vulnerabili e umane. La struttura del film è divisa in tre atti: nel primo, intitolato Gli Dei, i reali sono ancora percepiti come figure divine, mantenendo i loro titoli e simboli; mentre nel secondo atto, Gli Uomini, la situazione cambia drasticamente quando vengono trasferiti in celle anguste e sporche, mostrando la loro sofferenza e vulnerabilità. Infine, il terzo atto, I Morti, è caratterizzato da un tono più riflessivo e cupo, che culmina nella consapevolezza dei personaggi della loro imminente esecuzione.

Riassumendo, Le Déluge affronta temi quali il potere, la vulnerabilità e la caduta delle illusioni. La rappresentazione di Luigi XVI e Maria Antonietta come persone comuni suscita empatia, enfatizzata dal rappresentante della Comune di Parigi, l’unico tra i membri che riuscirà a scorgere anche l’aspetto umano del re di Francia, non solo quello simbolico che rappresenta il potere tirannico.

In questo contesto di profonda umanità e drammaticità, l’amore tra i due reali evolve e quasi rinasce. All’inizio Antonietta è risentita dell’atteggiamento del consorte, di come affronta la progionia. In una battuta iniziale con la sua dama di compagnia schernisce il suo rapporto con la sorella, ma con l’avanzare dei giorni e la crescente solitudine della regina, il suo atteggiamento cambia nei confronti di Luigi, soprattutto dopo una lite chiarificatrice che rinsalda il rapporto tra i due.

La scena finale vede gli uomini a capo della Rivoluzione, alcuni dei quali avevano fino a poco tempo prima fatto parte della corte di Versaille, riuniti ad attendere il re che verrà scortato alla ghigliottina. In questa scena funerea un uomo cieco e sfregiato recita le ultime battute del film alleggerendo la coscienza storica di tutti quelli che hanno voluto eliminare il potere assoluto e quindi Luigi XVI con la sua famiglia: in fin dei conti, chi verrà dopo non li potrà giudicare, perchè hanno redento l’umanità. Ma i dubbi allo spettatore rimangono e sono quelli che vanno oltre il film e si soffermano sui fatti storici: era necessario spargere tanta violenza per ottenere un risultato? Non bastava incarcerare a vita il monarca? Forse i cambiamenti radicali non possono prescindere da una presa di potere forte e assoluta, e chi ha voluto la Rivoluzione non si è comportato negli stessi termini del despota che ha voluto eliminare riaffermando però l’assolutismo stesso?

Ci si potrebbe interrogare per ore su questi fatti storici così significativi e importanti, ma lascio a voi le restanti domande. Buona visione!

Di Giulia

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