Ryanair, la compagnia aerea low-cost per eccellenza, continua a sorprendere ma non sempre in modo positivo. Negli ultimi viaggi, ho notato un trend preoccupante che merita di essere condiviso: i trolley dei clienti, che fino a poco tempo fa viaggiavano senza problemi, sono diventati bersagli.

Grazie alla sua posizione dominante nel mercato delle compagnie aeree, Ryanair sembra ancora in grado di esercitare una forte pressione sulla concorrenza attraverso prezzi competitivi. Tuttavia, sta iniziando a inasprire alcune vecchie pratiche e il vantaggio di volare con loro si traduce in un’arte sottile: sapere come non diventare il portafoglio della compagnia.

Con l’aumento dell’inflazione e dei costi di gestione nel settore aereo, le compagnie tendono a mantenere inizialmente prezzi apparentemente allettanti per attrarre i clienti. Tuttavia, man mano che si esplorano le opzioni di scelta, come l’assegnazione del posto, il bagaglio a mano e il servizio di priorità, il costo del biglietto può aumentare vertiginosamente.

È qui che si manifesta la questione del bagaglio. La compagnie aerea, per compensare l’aumento dei costi di gestione e massimizzare i profitti, ha istruito il personale di terra ad essere particolarmente vigile nel controllo delle dimensioni dei trolley e degli zaini. Pertanto, il vostro fedele compagno di viaggio, che ha superato i controlli i tutti i precedenti viaggi, potrebbe non superare il controllo dimensionale per pochi millimetri, portandovi a dover affrontare costi aggiuntivi.

Purtroppo, ho notato questo trend fastidioso negli ultimi viaggi, dove la lamentela più comune tra i clienti riguarda propiro il bagaglio da cabina. La frustrazione diventa palpabile: si assiste a momenti di tensione in cui le persone cercano di spiegare la loro storicità nell’utilizzo del fidato piccolo trolley. Urlare non serve a nulla; dopo una sfuriata di cinque minuti, la conclusione è sempre la stessa: se vuoi partire, devi pagare.

È frustrante constatare come una compagnia che si vanta di offrire prezzi competitivi riesca, in realtà, a far lievitare i costi attraverso queste pratiche.

La vera arma è la conoscenza: informarsi e prepararsi è fondamentale per non cadere preda di un sistema che, in molte occasioni, sembra più interessato a svuotare il portafoglio dei passeggeri. Proprio come in “Non ci resta che piangere”, famigerato film di Troisi e Benigni: “Alt, dogana! 1 fiorino.” Anzi, scusate, “70 euro!”.

Ma alla fine, con un sorriso e un po’ di astuzia, possiamo affrontare anche queste sfide e continuare a viaggiare senza farci spennare.

Di Max

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